1. Dividere i compiti in categorie
In terapia occupazionale esistono tre categorie principali di casi:
Produttività. Comprende i compiti legati allo studio, al lavoro, alla cura dei figli.
Cura di sé. Non si tratta solo di maschere per il viso, bagni e massaggi, anche se sono inclusi anche quelli. La cura di sé è intesa in senso lato e comprende la cucina, la spesa, la pulizia, l’igiene, le visite mediche e lo sport.
Ricreazione. Si tratta di tutto ciò che aiuta a rilassarsi, a ricaricare le energie e a sperimentare un cambiamento di scenario, dalla lettura di un libro e il crafting alle escursioni in montagna.
Non c’è nulla che vi impedisca di creare delle categorie personalizzate, come “Studio”, “Lavoro”, “Genitorialità”, “Autosviluppo”: l’importante è non averne troppe, non più di cinque.
2- Valutare l’equilibrio
Una volta decise le categorie, guardate il vostro elenco di compiti e valutate in quale categoria rientrano. Alcune cose possono rientrare in due categorie contemporaneamente. Ad esempio, andare dall’estetista per un trattamento del viso è relax o cura di sé? In questi casi, inserite l’attività nell’uno o nell’altro gruppo, come ritenete più opportuno.
Poi contate quanti casi rientrano in ciascun gruppo. Se il numero di cose da fare in tutte le categorie è più o meno lo stesso, va benissimo. Ma se siete stressati, stanchi e non riuscite a smaltire i compiti arretrati, è probabile che troviate un grave squilibrio nel vostro elenco.
Per esempio, state lavorando troppo e non vi riposate abbastanza. Oppure vi preoccupate degli altri ma non di voi stessi. O forse non dedicate abbastanza tempo ai vostri hobby e progetti personali.
Un tale pregiudizio non è positivo per il vostro stato emotivo. Uno studio condotto in Svezia ha dimostrato che un’alterazione dell’equilibrio lavorativo porta a vari disturbi legati allo stress.